Come funziona la terapia ipnotica?

 

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Session of Hypnosis – Richard Berg

L’ipnosi è una terapia di cui si sente spesso parlare, ma i cui meccanismi non sono chiari ai più. Molti pazienti hanno paura di questa terapia poco conosciuta e ancora immersa nel mito; i preconcetti più frequenti sono l’idea secondo cui l’ipnotista pone il paziente in uno stato d’incoscienza e lo porta ad agire contro la propria volontà. Altra idea diffusa è quella secondo cui sia una specie di magia, un espediente rapidissimo per cancellare i problemi; molti si basano su quello che vedono nei film o sulle informazioni reperite in internet, ma la realtà è completamente diversa.

L’ipnosi è uno stato di attivazione, come dimostrano tantissimi studi che hanno identificato due aree del sistema nervoso implicate in questo fenomeno: l’ippocampo e l’amigdala. Ad esempio nello studio effettuato nel 2009 da Cojan, Waber et al., si sono sottoposti 18 pazienti ad una risonanza magnetica funzionale. Si è visualizzato il cervello a riposo e poi durante una suggestione ipnotica di paralisi della mano, potendo apprezzare le differenze nelle aree di attivazione. Durante l’ipnosi l’ippocampo è particolarmente attivo, mentre l’amigdala si inibisce permettendoci di provare un senso di calma e di insensibilità all’ambiente circostante.

Innanzitutto è bene chiarire che ognuno sperimenta quotidianamente la trance ipnotica quando si ferma a sognare ad occhi aperti, quando si svolgono attività automatiche come la guida dell’automobile, quando si subisce l’influenza di una pubblicità o quando si è talmente immersi nella lettura o in un film da non sentire più il mondo esterno: tutti atti compiuti senza rendersene conto. Anche nella normale comunicazione ci sono modi di parlare “ipnotici” cioè che trasmettono tranquillità e positività. Si immagini, ad esempio, di essere un paziente gravemente malato in un reparto ospedaliero; il medico potrebbe dire: “Lei è capitato in un ospedale all’avanguardia dove ci sono terapie sperimentali che stanno dando ottimi risultati ma il suo caso è molto grave e ha pochissime possibilità di farcela.” Oppure potrebbe usare un tipo di comunicazione in grado di infondere fiducia nelle potenzialità residue della persona, proprio come si fa in ipnosi, e che stimoli a continuare a provarci, semplicemente invertendo le due parti della frase: “Il suo caso è molto grave e ha pochissime possibilità di farcela ma lei è capitato in un ospedale all’avanguardia dove ci sono terapie sperimentali che stanno dando ottimi risultati.” Come si può vedere l’ipnosi usa una struttura della frase che veicola il messaggio desiderato ad un livello comprensibile sia dalla coscienza ma soprattutto dall’inconscio.

All’atto pratico ci si può chiedere: come funziona una seduta di ipnosi? L’ipnoterapeuta è semplicemente una guida che aiuta il paziente ad entrare il contatto con alcune parti di sé difficilmente raggiungibili nello stato di veglia. Questo significa mettersi comodi, rallentare il respiro e rilassarsi, proprio come quando ci si sta per addormentare e poi lasciare che la voce del terapeuta suggerisca delle immagini che siano utili alla risoluzione del problema.

Il paziente è sempre cosciente di quello che sta succedendo, capisce cosa gli viene detto e in qualunque momento è libero di interrompere e di uscire dallo stato di trance; è sempre l’inconscio a comandare.

A questo proposito è famosissimo il caso di Charcot (un medico del 1800 che fu uno dei maestri di Freud e uno dei primi utilizzatori dell’ipnosi) che non riuscì mai a fare in modo che una suora sotto ipnosi sollevasse la gonna. Non appena le veniva avanzata questa richiesta lei si risvegliava poiché era contro le sue convinzioni e i suoi desideri. Questo aiuta a capire come essere ipnotizzati non significhi essere succubi o condizionati o completamente in balia di qualcun altro. Alcune volte i pazienti non credono nemmeno di aver vissuto una trance perché si sono sentiti sempre troppo presenti e attivi; ma questo non ha importanza, perché il lavoro di comunicazione con l’inconscio è in ogni caso avvenuto ed il cambiamento è già iniziato. Il mondo sotterraneo di tutti gli individui, infatti, è continuamente attivo senza che essi se ne possano rendere conto, ed è proprio qui che risiede la forza della terapia ipnotica. Essa continua ad agire fuori dallo studio del professionista, secondo i modi e i tempi con cui l’inconscio elaborerà il messaggio terapeutico; per questo motivo bisogna anche capire che l’ipnosi non ha nulla di magico, che non basta una sola seduta per risolvere i problemi e che il suo effetto varia in base alle tempistiche del singolo soggetto.

Alcuni risvolti pratici molto significativi e molto evidenti sono quelli che troviamo nella pratica chirurgica sia odontoiatrica che cardio chirurgica e nell’oncologia, dove l’ipnosi è usata al posto dell’anestesia. Poi viene utilizzato durante il parto per permettere sia alla madre che al bimbo di vivere quest’esperienza in maniera più rilassata e naturale, riducendo per entrambi dolore e rischi di complicanze. Esempi di queste applicazioni li troviamo molto vicini a noi in alcuni poli di eccellenza in Italia, come per esempio a Cagliari nella clinica del dottor Nino Sole.

Nella pratica clinica di tutti i giorni, negli studi psicologici, si utilizza la terapia ipnotica per alleviare i dolori sia cronici che acuti, per risolvere le dipendenze (di cui la più frequente è quella da fumo ma anche da alcool e droghe e le nuove dipendenze da gioco d’azzardo e internet), per migliorare il rapporto col cibo (sia per dimagrire, sia per risolvere i disturbi alimentari). Casi molto frequenti sono anche quelli delle fobie, degli attacchi di panico, dei traumi irrisolti e dei disturbi sessuali. Recenti protocolli si stanno attivando nelle aree di sofferenza dei pazienti affetti da malattie autoimmuni (come la SLA) o degenerative come l’Alzheimer per cercare di alleviare l’impatto che i sintomi hanno sulla vita quotidiana di chi ne è affetto o per far in modo che il decorso venga vissuto nella maniera più serena possibile.

La forza della psicoterapia ipnotica risiede proprio nel guardare sempre al futuro, appigliandosi e facendo emergere le capacità che ognuno di noi ha, anche quelle di cui non si è consapevoli.

Irene Santamaria

 

Bibliografia

Bannour, W., (1992) Jean-Martin Charcot et l’hystérie. Paris, Metaile

Chertok L., (1998) Ipnosi e psicoanalisi. Collisioni e collusioni. Roma, Armando editore

De Benedittis, Sironi V.A., (1985) “Attività elettrica cerebrale profonda durante lo stato ipnotico dell’uomo: considerazioni neurofisiologiche sull’ipnosi”,  Rivista di Neurologia, 55

De Benedittis G., (2006) E’ possibile misurare oggettivamente lo stato di trance e la sua profondità? Uno studio controllato con analisi bispettrale. Villasimius, Cagliari

De Benedittis G., (2006) Il cervello ipnotico: un ponte tra neuroscienze e psicoterapia? Villasimius, Cagliari

Edmonston W.E., Moscovitz H.C. (1990) “Hypnosis and lateralized brain”. In International journal of clinical and experimental hypnosis, volume 38, issue 1

Erickson M.H., (1983) La mia voce ti accompagnerà. Roma, Astrolabio

Haley J., (1976) Terapie non comuni Roma, Astrolabio

Oberhuber W., (2000) Ipnosi. Terapia come comunicazione. Franco angeli

Rivista italiana di ipnosi e psicoterapia ipnotica , numero di febbraio 2015. Milano

 

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