ADHD e compiti a casa: 5 strategie per imparare ad apprendere

 

Immagine realizzata da Sara Vassalli

Bastaaaaaa!! Stai seduto composto e fai i compiti invece di guardare in aria e urlare come un matto!

Iniziare e portare a termine i compiti scolastici può diventare un’impresa titanica per i bambini con ADHD o DDAI (Disturbo di Iperattività e Disattenzione). Le difficoltà legate alla disattenzione (filtrare stimoli irrilevanti, mantenere un’attenzione costante nel tempo ed in varie attività, affrontare compiti lunghi e talvolta complessi, prestare cura nei dettagli o nelle consegne, organizzare il materiale o un’attività) e/o all’iperattività (essere sempre in continuo movimento, non aspettare il proprio turno per parlare o per alzarsi, non considerare le conseguenze delle proprie azioni o parole) ostacolano il facile e rapido apprendimento dei bambini sia a scuola che a casa, in cui insegnanti e genitori mettono a dura prova la propria pazienza e la propria irritabilità. In presenza di alunni con difficoltà nella gestione dei compiti, le richieste dei bambini, dei genitori e degli insegnanti si riducono da una parte alla riduzione della tensione legata all’esecuzione degli esercizi, del senso di inefficacia manifesto nel bambino e nel tempo dedicato all’attività di studio e dall’altra all’aumento della soddisfazione e della motivazione del bambino.

Come aiutare questi bambini o ragazzi a studiare senza troppa fatica? Quali strategie pedagogico-didattiche possono motivarli? Quale modo migliore per imparare ad apprendere?

Dall’analisi delle difficoltà e delle necessità dei bambini con ADHD, diversi studiosi (Daffi G, Prandolini C., 2014) hanno messo a punto il metodo START che si compone di 5 principali strategie (Spazio, Tempo, Attività, Revisione, Trasferibilità) per sviluppare maggiori competenze organizzative e gestionali durante l’esecuzione dei compiti a casa; come lo spazio in cui si studia, il tempo a disposizione e l’attività stessa possono influenzare la motivazione del bambino?

Come un tutor o, molto spesso il genitore, può concretamente aiutare il bambino con ADHD a imparare ad apprendere?

  1. SPAZIO

È importante predisporre un ambiente organizzato, non per forza ordinato, ma funzionale, strutturato cioè in modo da ridurre al minimo gli ostacoli e le principali fonti di distrazione per il bambino. Un’attenzione particolare, dunque, verrà riservata alla camera o alla zona adibita a studio: rumori interni o esterni, stimoli sovra eccitanti come la playstation o il computer in standby, mensole o scaffali colmi di giochi, lampade posizionate male che rischiano di creare zone d’ombra, sono solo piccoli dettagli che, se modificati coscienziosamente, possono aiutare il bambino a studiare con più tranquillità. Un aiuto concreto: la cassetta degli attrezzi, da cui il bambino estrarrà solo gli strumenti utili all’attività da svolgere o l’homework station, una sorta di divisorio a tre lati, facilmente costruibile con un plexiglass cartonato, che garantisce al bambino uno spazio di lavoro comodo, funzionale e personale.

  1. TEMPO

L’esecuzione dei compiti pomeridiani rappresenta per i bambini con ADHD una sfida complessa anche dal punto dell’organizzazione del tempo a disposizione. È facile intuire come le conoscenza a disposizione, la presenza di eventuali difficoltà pregresse e il livello di affaticabilità dell’alunno concorrono in modo determinante a modulare il tempo necessario per svolgere un’attività: compiti complessi ma stimolanti possono essere portati a termine senza alcuna interruzione, al contrario di compiti lunghi e tediosi. Un aiuto concreto: le carte-semafori si rivelano utili per accrescere consapevolezza nel bambino circa la complessità o l’eventuale tempo da impiegare su di un determinato compito, per la combinazione di differenti attività e per la gestione delle pause dallo studio. Il semaforo verde rappresenta un’attività facile e veloce, per la quale non viene richiesta nessuna pausa, il semaforo giallo indica un compito piuttosto complesso o lento che richiede una sola pausa e, per ultimo, il semaforo rosso simboleggia un esercizio complicato o estremamente che esige più interruzioni durante la sua esecuzione.

  1. ATTIVITÁ

I bambini con ADHD spesso faticano ad organizzarsi autonomamente nella gestione dei compiti pomeridiani: iniziare da un compito facile e veloce per poi impegnarsi in uno complesso o viceversa? Legata alla difficoltà organizzativa in termini di spazio e tempo, vi è la complicazione dell’organizzare il lavoro dalla comprensione della consegna alla scelta delle più efficienti ed efficaci strategie di realizzazione, analizzando il compito nelle sue differenti fasi per pianificare e progettare il percorso da seguire. Un aiuto concreto: la storyboard, uno strumento tipicamente utilizzato nel cinema per mostrare lo sviluppo del film, può venire utile, nel nostro caso, per raccontare punto per punto, scena per scena, da quale materia iniziamo, con quale continueremo e con quale termineremo.

  1. REVISIONE e TRASFERIBILITÁ

È importante aiutare il bambino a verificare le fasi dell’intero percorso, anche solo giornaliero, di studio: da dove siamo partiti e dove siamo arrivati? È stato faticoso? Quale attività ti è sembrata più difficile? Un aiuto concreto: in questa fase di verifica può essere utile la lista degli attrezzi, ovvero dei materiali o strategie pedagogico-didattiche, sopra evidenziate, che sono stati utili per svolgere l’attività appena conclusa, in modo tale da aiutare l’alunno ad organizzarsi autonomamente nell’eventualità di un simile compito futuro. La trasferibilità viene qui intesa come la capacità di trasferire in altri ambiti le competenze acquisite. Estremamente importante, in ambito educativo e didattico, la riflessione sulle attività svolte dal bambino e sulle strategie utilizzate, la meta-cognizione su ciò che egli è in grado di fare autonomamente e ciò per cui invece mostra lacune, perplessità o difficoltà, soprattutto in vista di futuri compiti analoghi.

La realizzazione dei compiti pomeridiani può rappresentare per i genitori un momento di confronto con i propri figli, un tempo di collaborazione e cooperazione, in cui da un lato gli studenti hanno la possibilità di mostrare ai genitori quello che hanno imparato, o che stanno imparando, a scuola e dall’altro i genitori osservano ancor più da vicino la crescita e la maturità dei loro bambini. È compito di primaria importanza dei genitori, insegnanti e operatori, quello di valutare una o più di queste proposte educative e didattiche per mirare all’obiettivo da raggiungere: il successo scolastico e la felicità del bambino che impara ad apprendere!

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Info

 

 

 

Bibliografia

Ciambrone R., Fusacchia G. (2014), I BES. Come e cosa fare, Firenze, Giunti Scuola

Daffi G., Prandolini C. (2014), ADHD e compiti a casa. Strumenti e strategie per bambini con difficoltà di pianificazione, di organizzazione e fragilità di attenzione, Trento, Erickson

Daffi G., Prandolini C. (2015), Organizzare la classe con il metodo START. Materiali e strumenti per una gestione efficace di spazi, tempi e attività nella scuola primaria, Trento, Erickson

Shapiro L. (2015), ADHD: il mio libro di esercizi. Attività per sviluppare la fiducia in se stessi, le abilità sociali e l’autocontrollo, Trento, Erickson

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