Quando la vita ti annoia: la ricerca del brivido dei sensation seeker

 

Quando si elimina il rischio dalla propria vita non resta molto” – Sigmund Freud

Arrampicarsi sul ghiaccio, lanciarsi da un aereo, fare bungee jumping, guidare in modo spericolato. Ci sono molte persone che si divertono praticando attività rischiose di questo tipo. Costoro sono costantemente alla ricerca di sensazioni nuove, di eccitamento, di emozioni forti e vengono definiti sensation seeker. Essi hanno bisogno di pura adrenalina, provocata dalla novità e da stimoli intensi. Dunque c’è chi vive la propria vita nel pieno rispetto delle regole, con un atteggiamento contrassegnato da una ligia attenzione alle tradizioni, ai costumi e alle norme e chi, contrariamente, necessita di situazioni ad alto contenuto emotivo per provare emozioni intense e sentirsi vivo. Un sensation seeker non è solo chi si lancia a 300km/h da un ponte. L’incessante ricerca di emozioni la si ritrova anche nelle relazioni amicali, nella vita professionale e nei rapporti di coppia: ad esempio, il sensation seeker è alla continua ricerca di stimoli per l’innamoramento, passando da un partner all’altro e ricercando comportamenti trasgressivi per evitare la monotonia.

Il primo a parlare di ricerca di sensazioni (sensation seeking) è stato Marvin Zuckerman, ricercatore e professore di psicologia, quando, durante degli esperimenti il cui scopo era misurare il comportamento degli individui in situazioni caratterizzate da un impoverimento di stimoli, aveva notato che alcuni tolleravano queste situazioni monotone meglio di altri. Questi ultimi, infatti, diventavano subito inquieti quando mancavano le stimolazioni. Egli ha dunque ipotizzato che le differenze emerse in questa situazione sperimentale derivassero da una disposizione comportamentale che si presenta anche in situazioni differenti; questa disposizione comportamentale è stata denominata sensation seeking (cfr. Zuckerman, 1971; 1979; 1994). Zuckerman ha poi elaborato un’apposita scala di personalità per misurare le differenze tra le persone circa il loro bisogno di stimolazione (sensation seeking scale). La ricerca di sensazioni, secondo l’autore, è un tratto definito dalla ricerca di comportamenti a rischio, sensazioni ed esperienze varie e intense, e dalla disponibilità a correre rischi fisici, sociali, legali e finanziari, per il piacere di tali situazioni.

La ricerca di sensazioni si struttura in quattro diverse componenti:

  1. La ricerca di brivido e di avventura, che si esprime nel bisogno di praticare attività rischiose che facciano provare sensazioni nuove e forti.
  2. La ricerca di esperienze, ovvero il desiderio di provare nuove esperienze, l’attrazione per la novità.
  3. La disinibizione, vale a dire la tendenza a liberarsi dalle inibizioni.
  4. La suscettibilità alla noia, ossia la tendenza ad evitare attività e compiti ripetitivi e noiosi.

Difatti, da questi individui, la staticità e la quotidianità vengono percepite come mortifere. Coloro che ottengono punteggi elevati nella sensation seeking scale (SSS) sono, appunto, quelle persone che hanno un bisogno di stimolazione decisamente alto. Questa tendenza risulta essere più spiccata nel sesso maschile e, in entrambi i generi, raggiunge la sua massima espressione nel periodo giovanile (soprattutto nel passaggio dalla prima alla seconda superiore) per poi diminuire progressivamente all’aumentare dell’età (cfr. Boyer, 2006; Steinberg, 2008).

Un ambito in cui gli individui alla ricerca di sensazioni, a volte, manifestano questa tendenza rischiosa è la guida. Il rapporto tra ricerca di sensazioni e comportamenti a rischio è stato studiato dalla seconda metà del ‘900: in particolare, i ricercatori di sicurezza stradale hanno esaminato la relazione tra la ricerca di sensazioni e una modalità di guida pericolosa (ad esempio guidare in stato alterato o oltre la velocità consentita), così come le sue conseguenze (ad esempio incidenti o violazioni del codice stradale). Ci si è interessati a questo poiché gli incidenti automobilistici sono un serio problema di salute pubblica (cfr. Hilton e Shankar, 2003) e sono una delle principali cause di morte per le persone di età compresa tra i 4 e i 33 anni. Esperti e studi hanno rilevato che i fattori umani sono visti come la causa più diffusa nel contribuire agli incidenti, seguita da fattori ambientali e fattori riguardanti il veicolo (GAO; 2003). Indagini mostrano che il 10-15% di chi guida in maniera rischiosa lo fa per cercare sensazioni forti, confermando la relazione positiva tra la ricerca di sensazioni e il coinvolgimento in incidenti automobilistici (cfr. Jonah, 1997). Emerge anche che le persone che ammettono di guidare spesso ubriache sono anche coloro che ottengono i punteggi più alti nella sensation seeking scale (SSS).

Generalmente, questo avviene perché le persone in cerca di stimolazione possono percepire meno i rischi e le conseguenze derivanti da una guida pericolosa (cfr. Arnett, 1990), possono essere maggiormente disposte ad accettare il rischio, al fine di provare l’emozione associata a comportamenti rischiosi (cfr. Jonas, 1997) oppure sono consapevoli dei pericoli che corrono nell’adottare specifici comportamenti pericolosi, ma solitamente tendono a sottostimare la probabilità delle conseguenze negative, in quanto non ritengono che tali eventi possano capitare a loro (cfr. Boyer, 2006).

E’ dunque chiaro che le persone caratterizzate da una personalità in costante ricerca di sensazioni nuove e intense mostrano una correlazione positiva con la messa in atto di pratiche di guida pericolose (come il guidare ubriachi, l’eccesso di velocità, una guida aggressiva, espressioni rabbiose durante la guida ecc …).

In conclusione è bene evidenziare come questa propensione alla ricerca di sensazioni nuove ed intense non rappresenti un disturbo psichiatrico ma un tratto di personalità, cioè una caratteristica stabile e sana del modo di essere di molte persone. Zuckerman stesso ritiene che questa tendenza non sia necessariamente negativa o fatale. C’è una linea sottile tra possedere i tratti del sensation seeker e un disturbo di personalità come, per esempio, quello borderline. E’ vero che un sensation seeker ha una propensione verso le attività rischiose ma è anche vero che non rispetta i criteri diagnostici per altri disturbi di personalità. Facendo riferimento all’esempio della guida spericolata: anche una persona che soffre di disturbo borderline può amare la guida pericolosa, l’eccesso di velocità e ricercare in modo compulsivo nuove emozioni; la differenza è “sottile” e consiste nel fatto che un soggetto con tratti del sensation seeker può pensare alle conseguenze delle proprie azioni mentre per un soggetto borderline pensare alle conseguenze è molto più difficile.

Pertanto cercare delle sensazioni forti non è un disturbo ma, anzi, in alcuni casi, può essere totalmente adattivo con certi stili di vita. E’ infatti possibile sviluppare un comportamento adattivo a partire da un tratto potenzialmente inadeguato del comportamento della persona. Ad ogni modo, è importante fare prevenzione su questo tema (soprattutto quando i comportamenti rischiosi sono l’uso di sostanze tossiche, l’abuso di alcol e la guida); infatti, numerose campagne di prevenzione incentrate sui pericoli in cui ci si può imbattere nel praticare attività estreme si sono dimostrate efficaci.

Beatrice Iaconis

Info

 

 

 

Bibliografia

Arnett, J. (1990). Drunk driving, sensation seeking, and egocentrism among adolescents. Personal. Indiv. Differ. 11, 541–546.

Boyer, T,W. (2006). The development of risk-taking: A multi-perspective review. Developmental Review, 26, 291-345.

Dahlen, E. R., Martin, R. C., Regan, K. e Kuhlman, M. M. (2005). Driving anger, sensation seeking, impulsiveness, and boredom proneness in the prediction of unsafe driving. Accident Analysis and Prevention, 37, 341-348.

Hilton, J., e Shankar, U. (2003). Motor vehicle traffic crash injury and fatality estimates—2003 early assessment. National Highway Traffic Safety Administration.

Jonah, A. B. (1997). Sensation seeking and risky driving: a review and synthesis of the literature. Accident Analysis & Prevention, 29(5), 651–665.

Steinberg, L. A. (2008). Social Neuroscience Perspective on Adolescent Risk-Taking. NIH PublicAccess Author Manuscript, 28, 78-106.

Zuckerman, M. (1971). Dimensions of sensation seeking. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 36(1), 45-52.

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