I Robot sono davvero inclusivi? Robot alle prese con Autismo e DSA

In precedenti articoli (ad esempio: 1 o 2) è stata analizzata e approfondita la  Robotica Educativa (RE): è emerso che i robot sono strumenti non di interesse per i soli “cervelloni” e che sono utili per lo sviluppo e l’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze educative ed evolutive, oltre che didattico-disciplinari. Questo vale anche per bambini e bambine, ragazzi e ragazze con DSA o con autismo? 

Robotica e DSA: quale alleanza?

I DSA sono disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità e che interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici: lettura (dislessia), scrittura (disortografia), grafia (disgrafia) e calcolo (discalculia). 

I DSA, però, possono comportare difficoltà anche in altre aree:

  • Area senso-psico-motoria

Bambini/e con DSA possono avere difficoltà nell’area senso-motoria, nell’area visuo-spaziale e nella coordinazione psicomotoria, difficoltà di motricità fine, difficoltà di orientamento e deficit della memoria propriocettiva (Damiani et al., 2013) e difficoltà nell’acquisizione delle sequenze temporali.

Sia la ricerca (per esempio: Caci et al., 2002; Caci e D’Amico, 2002; Grimaldi et al, 2012; Zecca, 2012), sia gli insegnanti/educatori nella loro quotidianità, hanno dimostrato che progettare e realizzare attività di RE può aiutare – anche – nel potenziamento e nello sviluppo delle abilità e delle competenze afferenti alle aree sopra menzionate che bambini/e con DSA faticano ad acquisire.

  • Area emotiva e socio-relazionale

A causa delle loro difficoltà, bambini/e con DSA hanno un alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e ansia, di fare molta fatica nell’adattamento sociale ed emotivo, di essere isolati, demotivati e avere una bassa autostima. 

La RE può essere uno strumento inclusivo poiché, in primis, le attività non devono essere necessariamente differenziate e possono essere progettate affinché sollecitino il lavoro cooperativo e il senso di appartenenza al gruppo. Inoltre, come già rilevato negli articoli precedenti, programmare un robot implica il dover risolvere numerosi problemi, attività che permette di valorizzare tutte le differenze (di modalità di pensiero, di approccio al problema, di trovare una soluzione, ecc.); nel caso specifico, permette di far leva sui punti di forza delle persone con DSA: intelligenza normale o elevata, pensiero visivo, capacità di sintesi, capacità di intuizione e creatività. 

Autismo e robot: cosa dice la ricerca? 

Il disturbo dello spettro autistico è una condizione che causa difficoltà nell’interazione sociale, nella comunicazione (verbale e non verbale) e che porta ad assumere comportamenti molto ripetitivi e routine rigide. 

Le attività di RE con bambini/e con autismo hanno perciò lo scopo di migliorare le loro capacità sociali, la loro consapevolezza emotiva e la loro comunicazione con l’ambiente e le persone che li circondano. Bisogna però premettere che la ricerca, ad oggi, è solo di tipo preliminare o esplorativo; in ogni caso, ci mostra (ad esempio Cabibihan et al., 2013) come siano molti i potenziali vantaggi.
I robot, in primis, grazie alla loro prevedibilità sono meno intimidatori degli esseri umani, che al contrario sono imprevedibili e complessi, soprattutto nella comunicazione. Inoltre, essendo strumenti programmati, i robot sono adattabili alle esigenze specifiche e possono offrire opportunità di apprendimento; per esempio, possono divenire attori sociali in grado di mettere in atto comportamenti adeguati in particolari situazioni o possono far apprendere e/o suscitare un comportamento tramite imitazione. 

I robot da soli non sono funzionali, Insegnanti ed educatori ricoprono un ruolo fondamentale

La necessità di valorizzare ogni studente attraverso processi di individualizzazione e personalizzazione della didattica, assieme alla necessità di allestire setting educativi e formativi inclusivi, rappresentano una preziosa bussola per orientare le riflessioni e le pratiche di educatori e insegnanti. 

Progettare e realizzare attività che tengano conto delle diversità e delle neurodiversità, allora, può certamente essere fatto anche utilizzando un robot, ma questo non è sufficiente: il/la professionista rimane l’attore principale grazie ai suoi strumenti professionali, in particolare l’osservazione. Pertanto, è opportuno che l’insegnante e l’educatore si pongano con una “postura di ricerca” che permetta loro di rilevare e leggere la specificità della situazione e dei bisogni; per estensione, permetta loro di rilevare scopi, obiettivi e tutte le variabili in gioco, compresa la scelta del robot più adatto. Insomma, che gli consenta di progettare e realizzare interventi il più idonei, focalizzati e coerenti possibile.

Chiara Merisio

Info

 

 

 

Bibliografia

Cabibihan, J., Javed,  H., Ang Jr, M., Aljunied, S. M. (2013). Why Robots? A Survey on the Roles and Benefits of Social Robots for the Therapy of Children with Autism, International Journal of Social Robotics, 5 (4), pp. 593-618.

Caci B., D’Amico A. (2002). Children’s Cognitive Abilities in Construction and Programming Robots. Proceeding of the 11th IEEE International Workshop on Robot and Human Interactive Communication, IEEE Roman 2002, pp. 189-191.

Caci B., D’Amico A., Cardaci M. (2002). Costruire e Programmare Robots. Resoconto di un’Esperienza Pilota. TD Tecnologie Didattiche, 27 (3), pp. 36-40.

Damiani, P., Grimaldi, R., Palmieri, S. (2013), Robotica educativa e aspetti non verbali nei Disturbi Specifici di Apprendimento. Intervento presentato al convegno “Didamatica 2013. Tecnologie e Metodi per la Didattica del Futuro” tenutosi a Pisa nel 7-9 maggio 2013, pp. 1211-1220.

Grimaldi, R.,  Grimaldi, B.S., Marcianò, G., Siega, S.  e Palmieri, S. (2012), Robotica educativa e potenziamento delle abilità visuo-spaziali. Intervento presentato al convegno “Didamatica 2012. Informatica per la didattica” tenutosi a Taranto nel 14-16 maggio, pp. 1-10.

3 Replies to “I Robot sono davvero inclusivi? Robot alle prese con Autismo e DSA”

  1. Grazie molto interessante! Sarebbe bello approfondire ancora ulteriormente

    Chi può lavorare con i robot? Quale formazione serve – Serve una formazione specifica o basta una laurea L19 o Lm 85 o LM 85bis? Grazie. Purtroppo mesi fa ho scritto questa domanda ma non ho mai ricevuto risposta.

    1. Non so se pertinente con il sito, ma vorrei sapere dove si possono trovare corsi per imparare ad usarli e luoghi dove comprare i robot. Grazie

      1. Gentile Cristina,
        mi scuso della risposta tardiva e la ringrazio molto per l’interesse che ha riservato agli articoli che hanno tematizzato la Robotica Educativa.

        Per quanto riguarda la formazione delle/dei professionisti, sia la L19 sia la LM85 e LM85bis sono sufficienti (si è comunque educatori o insegnanti), ma sicuramente l’utilizzo dei robot in ambito educativo e didattico non può essere improvvisato e serve una formazione specifica in merito. Il consiglio è quello di scegliere una formazione erogata da enti seri, in presenza, che sia di una consistente durata e, soprattutto, che sia attenta alle dimensioni della progettazione didattica e delle dinamiche educative coinvolte nelle attività (insomma, che non sia solo tecnica rispetto al mero utilizzo dei vari robot o solo teorica rispetto alla storia dei robot e/o al loro potenziale).
        I principali robot (come molti di quelli indicati in questo articolo https://www.antrodichirone.com/index.php/it/2019/05/04/robot-educativi-gli-insegnanti-non-servono-piu/) possono essere acquistati su Amazon e CampuStore.

        A presto

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