Bisogni Educativi Speciali: perchè rivolgersi ad un Pedagogista?

 

Immagine disponibile su Pixabay

“…ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione […]” – Direttiva ministeriale 27-12-2012

Inclusione significa garantire un inserimento stabile e funzionante dell’individuo all’interno di ogni contesto; ciò significa che la scuola e, con essa, la società circostante devono essere in grado di riconoscere e valorizzare le diversità e trovare i giusti strumenti per dare luce ad ognuno nella sua peculiarità e per sconfiggere stereotipi e pregiudizi nei confronti del diverso. Ma come possono genitori ed insegnanti realizzare questo in favore di ciò?

Come spiega il prof. Dario Ianes (cfr. Ianes e Cramerotti, 2005) definire, cercare e riconoscere i Bisogni Educativi Speciali non significa «fabbricare» alunni diversi per poi emarginarli o discriminarli, ma significa rendersi conto delle varie difficoltà, grandi e piccole, per sapervi rispondere in modo adeguato, ed eliminare fenomeni di micro esclusione che ogni giorno colpiscono ogni individuo, da quello con disabilità a quello straniero.

Frequentemente capita che la famiglia, quando viene a conoscenza della situazione del proprio figlio, si trovi impreparata, confusa e non sappia come aiutarlo a far fronte alle difficoltà e come sostenerlo nel percorso scolastico. É bene che i genitori creino, innanzitutto, un clima di collaborazione con gli insegnanti, i quali potranno fornire strumenti e consigli per giungere ad un percorso di inclusione e riconoscimento di questi soggetti.

Il professionista dell’educazione preposto a scuola, sosterrà l’insegnante che, a sua volta,  potrà aiutare il genitore ad accettare la situazione problematica e ad affrontarla con serenità e senza ansia, creando un clima di fiducia, comprensione e collaborazione con il figlio. In questi casi sarà utile ascoltare il proprio figlio, chiedere il suo stato d’animo, le sue sensazioni, prendere parte alle sue esperienze, per poter meglio comunicare e interagire con lui e aiutarlo ad acquisire sempre più autonomia: è fondamentale che un genitore trasmetta al proprio figlio fiducia in sé e nelle sue potenzialità, fornendo una base sicura nelle difficoltà, senza sostituirsi ad egli, ma come alleato.

La direttiva ministeriale  attribuisce agli insegnanti uno specifico compito pedagogico-didattico, ossia quello di individuare soggetti con situazione BES e progettare una didattica strutturalmente più inclusiva.

A tal proposito, la pedagogia fornisce validi aiuti, strumenti e approcci volti a garantire il diritto allo studio per tutti.

In quest’ottica, compito di un docente inclusivo sarà:
  • Rivolgere particolare attenzione agli aspetti emotivo-relazionali del gruppo classe, con particolare attenzione agli alunni BES;
  • Intervenire in classe, sostenere l’alunno nel percorso scolastico e aiutandolo a sviluppare una maggiore autostima attraverso la comprensione e l’accettazione delle proprie caratteristiche;
  • Promuovere una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità;
  • Favorire lo sviluppo della motivazione allo studio;
  • Avvalersi di un continuo aggiornamento che gli permetterà di osservare e individuare i bambini/ragazzi che potrebbero essere potenziali BES;
  • Favorire un contesto di classe non giudicante, cooperante, all’interno del quale le diversità possano essere accettate, al fine di evitare situazioni di insuccesso e fallimento;
  • Promuovere un maggior lavoro di equipe tra insegnante di sostegno e insegnanti curriculari;
  • Allestire un ambiente fisico e relazionale caloroso, familiare, sereno, avvalendosi di strumenti che possano sostenere/favorire lo svolgimento delle lezioni;
  • Proporre una didattica costituita – oltre che dal codice scritto – anche da altri linguaggi comunicativi;
  • Utilizzare strumenti compensativi che consentano di compensare le carenze funzionali, e l’essere dispensato da alcune prestazioni;
  • Studiare attraverso mappe, uso di tabelle, formulari, mappe sulle regole ortografiche, uso di diagrammi di flusso, lettura a colonne; comprensione del testo con l’uso di strategie didattiche come la semplificazione, la segmentazione, il priming, l’individuazione delle parole chiave, l’evidenziazione e schemi pre-impostati; nella matematica aiutare l’allievo con tabelle per l’incolonnamento, formulari, l’uso di testi-problemi che abbiano attinenza con il vissuto quotidiano; facilitare l’accesso al testo con l’utilizzo degli indici testuali ed extratestuali, il testo digitale; accorciare i tempi di lavoro con brevi e frequenti pause, con compiti divisi in più parti, semplificati e con l’utilizzo dei colori.

Il professor Ianes, afferma nel suo libro “La speciale normalità” (cfr. Ianes, 2006) che «la lotta per l’integrazione scolastica, […] le lotte per i diritti umani in tutto il mondo partono ovviamente da questo bisogno di uguaglianza, dal bisogno di essere considerati pari agli altri, non inferiori. Sentirsi normali nel senso di sentirsi di pari valore, anche se profondamente diversi».

Il pedagogista Andrea Canevaro, riprende l’idea di bricolage collegandola agli apprendimenti e al percorso di crescita di una persona. Secondo egli è infatti possibile “attaccare insieme” elementi che non sono nati per stare uniti, creando percorsi e collegamenti inediti e imprevisti, fatti ad hoc per quella persona. A livello pedagogico, ciò si traduce in un aiuto a creare nuove vie e un più ampio ventaglio di possibilità.

È chiaro che oggi i Bisogni Educativi Speciali rappresentino un ambito in continua scoperta ed evoluzione e che la pedagogia, in tal senso, si preoccupi di continuare a trovare migliori e diverse vie per giungere ad uno sviluppo sano e armonico della personalità di ogni soggetto. Compito di genitori e insegnanti sarà quindi quello di impegnarsi a comprendere e accettare il diverso, mettendo in pratica i suggerimenti che  la pedagogia ci fornisce e contribuendo così a sostenere il diritto di ogni soggetto di poter conoscere, apprendere ed esprimersi secondo le sue caratteristiche.

 

Gabriella Virgata

Info

 

 

Bibliografia

Canevaro A., (2009), Le pietre che affiorano: i mediatori efficaci in educazione con la logica del dominio, Centro Studi Erickson, Trento.

Ianes D. e Cramerotti S., (2013), Alunni con BES-Bisogni Educativi Speciali. Indicazioni operative per promuovere l’inclusione scolastica sulla base della DM 27/12/2012 e della CM n. 8, Centro Studi Erickson, Trento.

Ianes D. e Cramerotti S., (2005), Il Piano educativo individualizzato, Progetto di vita, Centro Studi Erickson, Trento.

Grandi L., (2012), Guida alla dislessia, associazione italiana dislessia, Faenza.

Stella G., Grandi L., (2011), Come leggere la dislessia e i DSA, Giunti Scuola, Firenze.

Sitografia

Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2013 Link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.