Il Poliamore: quando un amore non è sufficiente?

 

Il poliamore è un concetto che si sta diffondendo e che sempre più persone utilizzano per definire il proprio stile relazionale. Esattamente che cosa significa questa parola? Wikipedia lo definisce: “un neologismo che esprime il concetto di amori multipli. L’ideale di una relazione poliamorosa è di avere una relazione sentimentale e/o sessuale onesta con più partner nello stesso periodo.”

Un individuo che si definisce poliamoroso può intraprendere più relazioni contemporaneamente e, a differenza di una coppia classica in cui è implicita l’esclusività della relazione tra i due partner, un poliamoroso rifiuta la monogamia. Al contrario del concetto di tradimento classicamente diffuso delle persone che hanno molte relazioni clandestine, questo modo di vivere prevede una totale trasparenza e onestà nei confronti di tutte le persone che frequenta.

Un poliamoroso però non è solo una persona che ha effettivamente uno o più partner sessuali contemporaneamente, ma colui che non vuole incasellarsi nel costrutto sociale monogamo, sia esso attivo sia inattivo sessualmente e sia che abbia una, più sia nessuna relazione. La cosa fondamentale è non mentire alle persone con cui si vuole instaurare un rapporto. Su www.poliamore.org, il sito italiano ufficiale sul presente tema, scrivono chiaramente: “La caratteristica principale delle relazioni poliamorose è il consenso informato di tutti i partner coinvolti”. Continua affermando che il consenso deve esserci solo a seguito di informazione riguardo al modo di vedere le relazioni. Sembra banale ma non sempre è scontato; come esempio possiamo considerare il rapporto tra due persone, non poliamorose, che si frequentano da poco e che non si sono ancora definiti esclusivi, in una società che ha come costrutto sociale la coppia solo come monogama.

Questa visione di esclusività deriva dalla società in cui viviamo ed è comprensibile che in caso di plurimi flirt da parte di uno dei due partner senza l’informazione chiara di essere in una relazione aperta ci si possa sentire traditi o aggirati. L’omissione di quello che si pensa riguardo lo stato relazionale è una carenza di trasparenza che non può portare del bene all’interno di una relazione senza sbilanciamenti di potere. Questo è chiaro nel poliamore e tutte le persone sono a conoscenza che gli altri partner possano avere più relazioni senza creare false aspettative da questo punto di vista. Il poliamore punta su questa modalità di comportamento trasparente e di comunicazione aperta che deve contraddistinguere il movimento stesso, mantenendo il focus sui sentimenti dell’individuo e l’apertura nei confronti dell’altro.

Il poliamore non è però un concetto del tutto nuovo, possiamo trovare dei costrutti che possano apparire simili nella cultura araba e nell’Africa dell’est, nella quale molteplici donne condividono un marito. In questo caso l’unico a essere poliamoroso è l’uomo e non tutte le persone presenti nella relazione, ma che sono a conoscenza delle altre mogli. Diffusosi negli stati uniti negli anni ‘90 come fenomeno contro culturale alla monogamia, ma già presente nei movimenti fin dagli anni ’60, il poliamore, pare che raccolga una popolazione specifica in Europa. Le persone più inclini a intraprendere queste scelte sono quelle più vicine al mondo LGBTQ+, infatti, molti partecipanti agli studi nel Regno Unito sono risultati appartenere a diverse subculture lgbt, BDSM, neo-pagani e la comunità di science fiction fan. (cfr. Klesse, 2007)

Matrimoni aperti, relazioni aperte e relazioni intime sono tutte incluse nel termine di poliamore. È infatti difficile teorizzare adeguatamente il discorso poliamoroso che include molti temi salienti nell’enunciazione del proprio discorso retorico. In questa sede citerò solo alcune caratteristiche elencate da Klesse (2011) che sono incluse nei discorsi che contraddistinguono la dimensione socio-psicologica dell’amore vissuto da una persona poliamorosa: “dare”; “orientamento proattivo”; “responsabilità”; “conoscenza” e “cura”.

Il ricercatore si chiede se questa è una manifestazione del contesto storico, e che come suggerisce Fromm possa nascere dal processo dell’isolamento esistenziale e la separazione della vita umana dalla natura. Inoltre, sostiene che l’amore rischi la disintegrazione sotto le comodità offerte dalla società consumista e capitalista e che debba quindi trovare altre modalità espressive. Se le persone sviluppano il concetto di amore come risposta emotiva ai cambiamenti della società e delle condizioni economiche allora sarà l’amore stesso ad essere il soggetto di trasformazione continua. Questo è secondo Jackson e Scott (2004) il fulcro di come si possa comprendere l’amore e le emozioni da un punto di vista socio costruttivista.

La monogamia e la famiglia come la conosciamo oggi sono state modellate da idee culturali legate all’ideale di amore romantico, che è stato descritto ed elaborato durante il romanticismo nel diciottesimo secolo. In seguito alle rivoluzioni culturali del secolo scorso oggi si presenta un quadro di declino di questo modello univoco. Un altro modo di vedere l’attualità è quello di evidenziare semplicemente il cambiamento storico culturale dovuto dall’influsso degli eventi.

Senza il potere unilaterale nella coppia necessariamente binaria, uomo e donna, è più difficile riuscire a mantenere il medesimo assetto nella vita romantica oppure che non vi abbia avuto influsso alcuno. Sarebbe però naif pensare che i vecchi modelli non esistano più, ma è invece più plausibile sostenere che il modello romantico coesista al momento con nuovi modelli che si stanno facendo strada nel vissuto quotidiano. Proprio in questo campo il poliamore crede di poter risolvere molte contraddizioni che le relazioni intime e monogame possiedono nell’attuale contesto storico culturale.

Questo breve articolo vuole essere uno sguardo informativo sul fenomeno del poliamore che non si può definire semplicisticamente come l’insufficienza di una relazione univoca. La monogamia e i tradimenti sono scelte che ogni individuo compie durante la sua esistenza. Questi due concetti sono presenti e socialmente diffusi ma non per questo tutti si devono sentire rappresentati da essi ed è quindi fondamentale lasciare la libertà all’individuo di scegliere e di esprimersi. L’avere un solo partner alla volta, come socialmente condiviso, non è necessariamente l’unico modo di vivere la propria vita relazionale, sessuale ed emotiva. Si può quindi affermare che il poliamore sia una manifestazione del contesto storico e di evoluzione culturale come una forma di costrutto sociale attuale e sarà interessante osservare come si configurerà in futuro.

Abramo Carlo Sala

Info

 

 

 

Bibliografia

Jackson, S., & Scott, S. (2004). “The personal is still political: Heterosexuality, feminism and monogamy”. In Feminism & psychology, 14(1), 151-157.

Klesse, C. (2011). “Notions of love in polyamory—Elements in a discourse on multiple loving”. In Laboratorium: Russian Review of Social Research, 3(2), 4-25.

Klesse, C. (2007). “Polyamory-von dem Versprechen, viele zu lieben”. In Zeitschrift für Sexualforschung, 20(04), 316-330.

Wolfe, L. (2000). “When One Lover Isn’t Enough”. In Teaching Anthropology: Society for Anthropology in Community Colleges Notes, 7(2), 31-42.

Sitografia

http://www.poliamore.org/poliamore/

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