Lo psicologo durante la genitorialità

La Psicologia Clinica Perinatale si occupa nello specifico della perinatalità psichica e delle problematiche connesse e sottese alle vicissitudini del progetto gestazionale e genitoriale della donna e della coppia, a partire dagli albori del desiderio di maternità e paternità, durante la nascita e fino al secondo anno di vita del bimbo stesso (Imbasciati, Dabrassi, Cena, 2007).

Il periodo della vita della donna e della coppia indicato come perinatalità fisiologica (gravidanza, parto, puerperio) è caratterizzato da una sottostante processualità psichica che si struttura progressivamente nella mente di ogni membro della coppia durante il periodo della gestazione, ma anche già da prima, a partire dalla progettualità generativa che aveva motivato consapevolmente o inconsapevolmente il desiderio di un figlio (Imbasciati, Cena, 2010).

Con il termine “perinatalità psichica” si intende il periodo della vita della donna e della coppia in cui avviene la rielaborazione delle problematiche relative alla propria identità e si delinea come un ritorno alla genesi del proprio sviluppo mentale con le vicissitudini e i conflitti che ne hanno accompagnato l’iter evolutivo. In particolare nella donna si intensifica la capacità di entrare in contatto col proprio mondo interiore e i propri vissuti relativi al passato attraverso quella che la Bydlowski definisce come un’esperienza di trasparenza psichica (Bydlowski , 1997).

Le competenze dello psicologo perinatale:

La perinatalità è un contesto spazio-temporale particolarmente complesso e delicato che vede confluire contestualmente diverse domande poste da tre diversi attori (la madre, il padre e la coppia intesa come individualità in divenire) in un periodo molto articolato della loro vita. Lo psicologo che se ne occupa riveste il significativo compito di punto fisso, grazie alle proprie competenze professionali, all’interno di un periodo di costanti mutamenti, ma capace di modificare egli stesso il proprio approccio sulla base delle variazioni dell’utenza nel tempo.

A tal proposito il MIPPE (Movimento Italiano Psicologia Perinatale), in un articolo del 2017, (ha delineato le caratteristiche principali del “saper essere” di questo professionista:

  • Capacità di empatizzare con i vissuti dell’interlocutore;
  • Essere in grado di non accogliere la delega che spesso arriva, ma promuovere e rinforzare le risorse personali proprie di ogni individuo;
  • Conoscere e informare sulla fisiologia del dare alla luce e del prendersi cura senza essere direttivo, ma accompagnare affinché l’altro possa giungere ad una propria scelta informata, libera e consapevole;
  • Lavorare in un’ottica multidisciplinare, considerando il lavoro in equipe con gli altri professionisti della nascita un arricchimento personale e un modo per accogliere l’individuo in tutta la sua complessità in una prospettiva biopsicosociale;
  • Essere sempre in contatto con i propri vissuti emotivi, riconoscendosi come soggetto che entra nella relazione con l’altro.

Lo psicologo perinatale nei vari contesti di lavoro:

Lo psicologo perinatale opera all’interno del concetto di “genitorialità”: esso è un termine ombrello che racchiude quelli che Kaes (1982) ha definito contesti intersoggettivi, familiari, transgenerazionali e sociali. Egli ha l’ importantissimo compito di definire uno spazio di comprensione e di profondo accoglimento capace di “contenere” (Winnicott, 1965), le ansie e le paure della coppia. Per fare ciò la presenza di questo professionista si sta affermando all’interno dei più svariati ambiti di lavoro.

  • Nel pre-concepimento: «nascere genitori accade molto prima che il bambino venga alla luce: lentamente o tutto ad un tratto, si avverte la voglia di condividere un progetto genitoriale, di divenire due o tre» (MIPPE, 2017). Le coppie che decidono di intraprendere questo percorso entrano innanzitutto in contatto con i propri vissuti: i vari percorsi della filiazione sono costituiti dalla riedizione e dal trasferimento dei contenuti e dalle modalità di funzionamento psichico che si demandano e si ri-attivano per via transgenerazionale (Zurlo, 2009); ciò che ogni membro della coppia genitoriale ha ricevuto dai propri genitori verrà ri-trasmesso a sua volta ai propri figli, con tutto il lavoro emotivo che tale processo psichico comporta nel passaggio da una generazione ad un’altra (Imbasciati A., Cena L., 2010). In questo delicato momento lo psicologo perinatale può essere un valido supporto al progetto genitoriale sia in qualità di spazio emotivo dove poter elaborare il progetto generativo, ma anche di eventuale supporto a casi di infertilità. Il professionista potrà quindi operare in un consultorio familiare, in uno studio privato o in associazioni/cooperative.
  • Nel percorso di accompagnamento alla nascita: tali corsi si strutturano in un’ottica multidisciplinare. L’obiettivo è quello di stimolare l’empowerment delle donne e delle famiglie. Lo psicologo perinatale è un professionista capace di accompagnare le gestanti e i loro partner in questo percorso attraverso l’utilizzo di dinamiche di gruppo quali brainstorming, focus group, ma anche tecniche di visualizzazione e di respirazione utili per fronteggiare le ansie e le paure connesse all’evento nascita.
  • Nei reparti di ostetricia e ginecologia: Lo scopo è quello di inserire l’intervento dello psicologo nelle normali procedure e nei normali protocolli del reparto: così come la paziente vede il medico, vede anche lo psicologo. La buona riuscita del progetto e del modello di intervento integrato medico-psicologico dipende dalla collaborazione multifocale dello psicologo con tutto il personale medico e paramedico del reparto (Casadei D., Marangon G., Maggino T., Righetti P., 2000). Lo psicologo perinatale è un valido supporto sia in reparto, sia durante la fase del travaglio e la fase espulsiva, favorendo l’elaborazione emotiva della madre e della coppia.
  • Durante l’allattamento: Mabilia (2001) afferma che «se l’allattamento è agli occhi delle donne un’evidenza, un imperativo “naturale”, nella realtà la sua messa in opera sottende, da un lato, significati e valori culturali compositi dell’oggetto-bene e, dall’altro, cela connessioni culturali, sociali e psicologiche molteplici, complesse, a volte contraddittorie, con cui una donna si deve confrontare». Lo psicologo può fornire supporto alla comprensione delle dinamiche relative all’allattamento, ai tempi e ai modi, ma soprattutto comprensione ed ascolto empatico del rapporto diadico madre- bambino che si instaura durante la nutrizione: per Winnicott (1987) non si tratta semplicemente di offrire nutrimento, ma di creare una forma di scambio comunicativo. L’esperimento di Harlow con le scimmie resus ha confermato quanto asserito (McLeod, S. A., 2009).
  • Come sostegno alla genitorialità nella prima infanzia: «il termine “genitorialità” tende a designare il processo attraverso il quale si diventa genitore da un punto di vista psichico. Si parla anche di “processo di genitorializzazione”» (Houzel D., 2005). Lo psicologo perinatale è un valido punto di riferimento anche dopo la nascita del bambino: dinamiche quali i ritmi del sonno del neonato, lo svezzamento, le ansie verso un cambiamento di ruolo significativo, possono essere accolte e supportate all’interno di un contesto protetto come quello dell’ascolto attivo di cui il professionista in questione si fa promotore.

In conclusione, possiamo affermare che il campo della psicologia perinatale, molto esteso ed articolato, si configura come un valido e professionale approccio alla comprensione delle dinamiche inerenti la genitorialità. Troppo spesso ancora ci si imbatte in errati saperi tramandati ed in ansie scaturite da pressioni sociali verso il ruolo che la coppia si appresta a ricoprire. La presenza di psicologi esperti in perinatalità all’interno dei più svariati contesti precedentemente delineati può divenire strumento utile alla comprensione e all’accoglimento delle forti dinamiche emotive che tale evento di vita inevitabilmente fa scaturire.

Si auspica pertanto una maggiore consapevolezza da parte degli attori coinvolti, soprattutto dai professionisti attivi nel campo della perinatalità al fine di incrementare un approccio multidisciplinare, indispensabile al pieno benessere delle famiglie.

Rossella Bottaro

Info

 

 

 

Bibliografia

Bydlowski M. (1997) La dette de vie. Presses Universitaires de France.

Imbasciati A., Cena L. (2010). Psicologia clinica perinatale nei difficili percorsi della filiazione pretermine. Nascere, 2010, 111, 9-16.

Imbasciati A., Dabrassi F., Cena L. (2007) Psicologia Clinica Perinatale. Padova: Piccin.

Kaes R. (1982). Il sostenimento gruppale dello psichismo individuale: alcune conseguenze teoriche riguardo i concetti di individuo e di gruppo. Quaderni di Psicoterapia di Gruppo, 1, 57-73.

McLeod, S. A. (2009). Attachment Theory. Simply psychology.

Winnicott D.W. (1987). I bambini e le loro madri. Milano: Cortina.

Winnicott D.W. (1965). Sviluppo affettivo e ambiente. Roma: Armando.

Zurlo M.C. (2009). Percorsi della filiazione. Milano: Franco Angeli.

Sitografia

Admin non specificato (2017). Ambiti di lavoro per gli psicologi perinatali. Disponibile in (03/03/19) http://mippe.it/ambiti-lavoro-gli-psicologi-perinatali/

Casadei, D.; Marangon, G.; Maggino, T.; Righetti, P. L. Lo psicologo in Ostetricia e in Ginecologia: Progetto Integrato e Multifocale medico-psicologico, in [Psicologia della salute: quadrimestrale di psicologia e scienze della salute. Fascicolo 2, 2000]. – [Milano: Franco Angeli, 2000.] – Permalink: http://digital.casalini.it/10.1400/63876 – DOI: 10.1400/63876.

Houzel D. Le dimensioni della genitorialità, in [Interazioni: clinica e ricerca psicoanalitica su individuo-coppia-famiglia: 23, 1, 2005]. – [Milano: Franco Angeli, 2005.] – Permalink: http://digital.casalini.it/10.3280/INT2005-001002 – DOI: 10.3280/INT2005-001002.

Mabilia M. Allattamento come dono? Un caso etnografico, in [DiPAV quaderni, 2, 2001]. – [Milano: Franco Angeli, 2001.] – Permalink: http://digital.casalini.it/10.1400/60620 – DOI: 10.1400/60620.

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