Yunus, l’economista della fiducia. Perché il suo metodo funziona?

Muhammad Yunus è un economista bangladese che nel 1976 lanciò una sfida al sistema economico: fondò la Grameen Bank, prima banca al mondo a dare prestiti ai più poveri aiutandoli ad istituire piccole imprese basandosi unicamente sulla fiducia, non chiedendo cosi in cambio alcuna garanzia.

L’ideatore e creatore del “microcredito moderno” è convinto che se nessuno darà mai una possibilità a tali soggetti essi non potranno mai esprimersi e, oggi, grazie a Yunus migliaia di persone sono riuscite a superare lo stato di povertà ed a guadagnarsi un posto al mondo riacquistando il riconoscimento dei loro diritti.

Ma come è possibile che il sistema di Yunus funzioni soltanto dando fiducia?

La fiducia può favorire il superamento di un ostacolo così grande quale è la povertà? La risposta è sì.

Se non supportato, il “povero” tende ad interiorizzare la sua condizione e collassa spesso in uno stato di abbandono che lo auto-fossilizza. Axel Honneth, nel suo saggio Riconoscimento e Disprezzo, sottolineò questo problema focalizzandosi in particolare sui modi in cui la persona può essere svalutata: attraverso un maltrattamento fisico e/o la negazione di diritti civili e sociali, situazione, quest’ultima, che colpisce la popolazione meno abbiente.

Queste congiunture sono spesso causa di una perdita di fiducia nelle proprie capacità, una conseguente diminuzione dell’autostima ed una svalorizzazione nella scala sociale. Si diviene così, ci dice Honneth, “inferiori e difettosi” incapaci di riconoscersi in misura egualitaria nell’ambiente sociale. Solo mediante un’incentivazione, ripristino di diritti e solidarietà, la persona può ritrovare fiducia in sé stessa riacquistando la sua autostima.

Yunus, dando loro fiducia, impedì alle persone in condizioni di povertà di rassegnarsi a tale stato. Queste dinamiche furono studiate da Robert Rosenthal nel 1968, che con Leonore Jacobson, nel 1968, impostò in un ambiente scolastico un esperimento per dimostrare la sua tesi: i bambini che hanno un profitto più alto sono quelli da cui l’insegnante si aspetta un maggiore sviluppo intellettuale.

All’inizio dell’anno scolastico fu detto al corpo insegnante che un test sull’intelligenza, assegnato a tutti gli studenti, avrebbe determinato i loro quozienti intellettivi ed individuato il 20% degli studenti che avrebbero compiuto un progresso più rapido e consistente.

Dopo lo svolgimento dei test, agli insegnanti vennero consegnati dati i nomi degli studenti che, stando alle previsioni basate sui test, avrebbero avuto un profitto migliore. In realtà i nomi furono invece selezionati in modo causale dall’elenco degli allievi. L’anno seguente Rosenthal si recò presso la scuola e costatò che il rendimento dei bambini selezionati era enormemente migliorato. Nell’esperimento si rileva un’influenza positiva esercitata dai docenti, nota come effetto Pigmalione, che alimenta negli alunni l’interesse per lo studio incoraggiandoli ed esprimendo fiducia nelle loro capacità. Venne così dimostrato quanto le aspettative degli altri possano influenzare il nostro comportamento e la nostra interiorità.

Roberto Gammeri0c74877

Info

 

 

Bibliografia

Yunus, M., (1998). Il banchiere dei poveri. Feltrinelli, Milano.

Amerio P., (2007). Fondamenti di Psicologia Sociale. Il Mulino, Bologna.

Honneth, A., (1993). Riconoscimento e disprezzo, Rubbettino.

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