E tu, quanto ti senti Cittadino Europeo?

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Vi siete mai chiesti cosa voglia dire l’espressione Cittadinanza Europea?

Forse non tutti siamo in grado di dare una risposta a questa domanda. Partiamo innanzitutto dal significato della parola Cittadinanza, con la quale facciamo riferimento ad un sentimento più o meno forte che ci fa sentire parte di un gruppo; in questo caso parliamo di cittadinanza europea, e quindi del gruppo formato da tutte le persone aventi la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione Europea. Quando si parla di cittadinanza europea, la maggior parte delle persone associa questo concetto a tre punti in particolare:

  • Alla libertà di movimento all’interno dell’Europa, sia essa per scopo lavorativo, di studio o di piacere (ad esempio viaggi);
  • Al senso di appartenenza ad una comune Europa che porta sia diritti che doveri;
  • Al senso di appartenenza ad un organismo economico e politico in grado di competere e di far fronte alle sfide poste dal mondo economico.

Il primo passo per rendere i cittadini e, soprattutto le giovani generazioni, più consapevoli e fiduciosi verso l’Europa, è quello di comprendere più nel dettaglio cosa comporta essere oggi cittadini europei. Fondamentale in questo senso è capire quando per la prima volta è comparso il concetto di cittadinanza europea nel corso del processo di integrazione che ci ha condotti all’attuale UE. Il concetto di cittadinanza europea rappresenta una delle novità più significative introdotte dal Trattato di Maastricht del 1992, in quanto per la prima volta veniva istituita una cittadinanza dell’UE, consistente in un nuovo status giuridico del quale è titolare chiunque abbia la cittadinanza di un Paese membro dell’Unione. La decisione di introdurre una novità di questo tipo era legata essenzialmente alla necessità di instaurare un rapporto tra il cittadino e l’Unione, in modo da favorire da un lato la partecipazione alla vita democratica di quest’ultima e dall’altro una coscienza e un’identità europea veramente comuni.

La cittadinanza dell’Unione non sostituisce affatto la cittadinanza nazionale, anzi rappresenta un suo arricchimento in quanto si aggiunge ad essa potenziandola tramite una serie di diritti. È proprio di questi diritti che noi cittadini purtroppo non siamo pienamente consapevoli:

  • Il diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati membri è il primo diritto di cui è titolare ogni cittadino dell’UE. Almeno apparentemente tale diritto era già contemplato nel Trattato istitutivo della Comunità economica europea, il quale affermava l’eliminazione fra gli Stati membri degli ostacoli alla libera circolazione delle persone; tuttavia tale diritto era riconosciuto solo alle persone economicamente attive, cioè ai lavoratori subordinati e a quelli autonomi. Successivamente però, muta la prospettiva di tale diritto, il quale non si ricollega più ad una logica meramente economica e di mercato ma ad un fondamento politico come lo status di cittadino europeo.
  • Il diritto di elettorato attivo e passivo riguardo alle elezioni amministrative e a quelle del Parlamento Europeo. È opportuno sottolineare come non sia sufficiente partecipare alle elezioni europee per considerarsi pienamente un cittadino europeo attivo, bisogna infatti mantenersi informati, avere a cuore le sorti del contesto in cui si vive, interessarsi di ciò che succede intorno a noi, ecc.
  • Il diritto di petizione mira in qualche modo ad avvicinare il cittadino ancora di più alle istituzioni europee e ai loro processi decisionali. Infatti, <<qualsiasi cittadino dell’Unione, in virtù di questo diritto, ha la possibilità di presentare individualmente o in associazione con altri cittadini, una petizione al Parlamento Europeo su una materia che rientri nel campo di attività dell’Unione e che lo concerne direttamente>> (art. 227 TFUE).
  • La denuncia al Mediatore Europeo risponde anch’essa all’esigenza di creare un canale di comunicazione tra il cittadino e le istituzioni europee. Il suo compito è quello di <<ricevere le denunce di qualsiasi cittadino dell’UE riguardanti casi di cattiva amministrazione nell’azione delle istituzioni, degli organi o degli organismi dell’Unione>> (art. 228 TFUE). È opportuno precisare che per cattiva amministrazione non si intende solo quel tipo di azione posta in violazione del diritto, ma anche i casi di amministrazione c.d. impropria, in contrasto cioè con i criteri di efficacia, trasparenza, equità, correttezza, ecc.

L’importanza dei diritti legati al concetto di cittadinanza europea sottolinea come sia fondamentale impegnarsi e partecipare attivamente alla vita democratica dell’UE. Il futuro dell’UE si basa sulla forza dei singoli cittadini, poiché una loro partecipazione attiva al progetto europeo è l’unica cosa in grado di assicurare e garantire nel tempo uno sviluppo democratico ed equilibrato dell’Unione. Comprendere appieno i nostri diritti in qualità di cittadini europei permette da un lato di rafforzarci come individui, dall’altro consente alla comunità stessa di poter contare su una maggiore compattezza e solidarietà, componenti queste fondamentali per affrontare le sfide che attendono l’Europa in futuro.

Alessia Russo20000_10205967697304525_7598731222970923761_n

Laureata in Scienze della Politica e dell’Amministrazione

Bibliografia

Villani, U. (2010), Istituzioni di Diritto dell’Unione europea, Cacucci Editore

Margiotta, C. (2014), Cittadinanza Europea. Istruzioni per l’uso, Laterza

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