Costruire la propria immagine virtuale: perché facciamo i selfie?

 

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“Un po’ più a destra, stringetevi…stendi ancora il braccio e cheese…perfetto, ci siamo tutti, selfie riuscito!” Da qualche anno con l’avvento degli smartphone di ultima generazione, la moda dei selfie è diventata sempre più pervasiva. In particolare, bisogna ringraziare mamma Apple per il lancio nel 2010 dell’Iphone 4 con la sua fotocamera frontale che permette di effettuare gli autoscatti. La maggior parte delle nostre attività sociali quali una serata con amici, un pranzo in famiglia o un’uscita fuori porta, sono immortalate da un selfie che, nella maggior parte dei casi, sarà condiviso sui social network come Facebook, Instagram o Twitter.  Da personaggi importanti e noti a persone comuni, sembra ormai che non si può più fare a meno di questo strumento. Dietro tutto questo fenomeno la domanda sorge spontanea: perché le persone fanno i selfie? Qual è il significato psicologico che si nasconde dietro questo atto? Alcuni studiosi hanno cercato di fornire delle risposte. (spiegazioni sulla possibile natura “patologica” dei selfie si trovano qui)

Il selfie è un’attività di costruzione e conoscenza del proprio sé e della propria identità (Lasen e Gomez-Cruz, 2009).

Con il proprio scatto la persona esibisce la sua personalità, il suo sé e la sua rappresentazione. Grazie ad una fotografia lo spettatore può, in un certo senso, cogliere la persona che è dietro lo schermo, può cogliere la piccole sfaccettature che caratterizzano il sé dell’altro. Scattarsi una foto permette di descriversi senza parole, di far vedere all’altro chi siamo o chi vogliamo essere. È una vera e proprio costruzione, a volte anche fittizia, della persona che vogliamo far trasparire e che vogliamo essere agli occhi delle persone.

Attività tipica di persone narcisistiche, le quali online preferiscono mettere foto di se stessi che di altri (Bergman et al., 2011).

Con i selfie le persone cercano di mantenere alto il proprio livello di stima e di popolarità. Sono soprattutto quelle persone che monitorano costantemente i like della propria foto postata sui Social Network, il numero di follower su Twitter e che leggono i rispettivi commenti e il proprio umore dipende quasi esclusivamente dal livello di popolarità.

Piccola autobiografia di un momento presente (Schleser, 2014).

Le persone tendono a fare selfie per raccontarsi, per descrivere con una foto ciò che fanno in un dato momento trasmettendo il loro modo di essere e il loro stato d’animo presente.

Strumento comunicativo per mostrare come sei, dove sei, cosa stai facendo in modo facile e veloce (Franco, 2013).

I selfie svelano la nostra quotidianità, vogliamo che gli altri siano aggiornati in tempo reale sulla nostra vita, su ciò che facciamo e dove siamo.

I ricercatori Pallavicini, Serino e Triberti (2014) dell’Università Cattolica di Milano si sono posti degli interrogativi sull’uso dei selfie e, mediante una ricerca, hanno cercato di descrivere il fenomeno. Nonostante è un fenomeno così diffuso e tutti ne parlano, esistono ancora pochi studi a riguardo. Gli interrogativi a cui i ricercatori hanno cercato di dare una risposta sono: perché le persone si fanno i selfie? ci sono differenze tra uomini e donne? quali sono le differenze psicologiche di chi si fa i selfie in termini di personalità, rispetto a chi non se li fa?

I risultati della ricerca ottenuti mediante questionari hanno rilevato che esistono diverse ragioni per cui le persone fanno i selfie. Il motivo principale è per sentirsi apprezzati dagli altri, seguito dalla vanità e dalla voglia di raccontare un momento della propria vita. All’ultimo posto tra le motivazioni che spingono le persone a scattare un selfie sono invece “per divertire e far ridere” e “per sedurre”. In particolare i selfie sono utilizzati per trasmettere delle informazioni esteriori come i contesti in cui ci troviamo, eventi in cui siamo coinvolti, le azioni che commettiamo più che aspetti interiori come identità, pensieri e stati mentali.

La finalità della pubblicazione dei selfie è quella di ricevere i commenti dalle persone che osservano i selfie. Una volta che la foto è stata postata sui Social Network, si accende l’ansia del commento e dell’approvazione da parte del pubblico. Si spera che il selfie venga commentato in modo positivo per accrescere l’apprezzamento e l’autoefficacia di se stessi e si spera anche di non ricevere commenti negativi. Questi ultimi infatti possono compromettere il livello di autostima che le persone hanno di se stesse.

La ricerca ha scoperto, inoltre, che tra tutte le persone che commentano il selfie, il protagonista presta più importanza e attribuisce maggior valore ai commenti ricevuti da parenti e amici piuttosto che da persone sconosciute e che non occupano un posto rilevante nella loro vita.
I ricercatori si sono soffermarsi anche sulle differenze di genere del fenomeno selfie. Ossia hanno voluto approfondire se l’intensità e la motivazione del fenomeno cambiasse tra uomo e donna. I risultati hanno dimostrato che le donne fanno più selfie rispetto agli uomini. In particolare le donne sono più estroverse dietro a una fotocamera rispetto agli uomini in quanto attraverso la foto esse vogliono trasmettere come sono e come si sentono. In più le donne rispetto ai maschi danno molta più importanza ai commenti ricevuti e sperano di ricevere commenti positivi e temono quelli negativi. Su questo aspetto i maschi sono molto più superficiali.

Quali sono, invece le caratteristiche di personalità legate ai selfie?

La ricerca dell’Università Cattolica ha cercato di rispondere anche a questa domanda e ha rilevato tre tratti principali di personalità:

  • Estroversione: essere persone entusiaste, curiose, piene di energia, di solito caratterizzate da elevate capacità sociali. Le persone che si fanno i selfie sono più estroverse rispetto alle persone ostili al fenomeno. In particolare fanno i selfie per mostrare agli spettatori come si sentono.
  • Coscienziosità: avere un buon self-control, essere capaci di gestire i propri impulsi e abituati a pianificare piuttosto che ad agire di istinto. Le persone che fanno i selfie sono più coscienziose rispetto a chi non li fa. Inoltre, essendo più coscienziose, non danno importanza ai commenti che ricevono dal pubblico.
  • Neuroticiscmo: essere persone emotivamente instabili, tendenti a provare emozioni negative come rabbia e tristezza, spesso diffidenti verso gli altri. Non ci sono differenza sostanziali tra coloro che fanno i selfie e il livello di neuroticismo. Solo colo che hanno un alto livello di neuroticismo tendono a temere i commenti negativi in quanto comprometterebbero di molto il loro umore.

La ricerca ha quindi dimostrato che esistono delle ragioni ben precise per cui siamo spesso in posa davanti al nostro smartphone e che i selfie descrivono la nostra personalità. Alla luce di ciò, siate più consapevoli dei selfie che pubblicate sui social perché non sono altro che una descrizione del vostro essere.

Sara Ventura

Bibliografia

Francodec  J. (2013) The Meanings of the Selfie.

Matthew E. Fearrington, Jacqueline Z. Bergman, Shawn M. Bergman & Shaun W. Davenport, (2011), Millennials, narcisism, and social networking: What narcisists do on social networking sites and why.

Schleser M. (2014), Connecting through Mobile Autobiographies: Self-Reflexive Mobile Filmmaking, Self-Representation, and Selfies Author.

Sitografia

Ricerca Università Cattolica “Selfie. Volti, individui e self-expression online: risultati preliminari di una ricerca sul tema” (2014): http://www.slideshare.net/bepperiva/selfie-volti-individui-e-selfexpression-online-risultati-preliminari-di-una-ricerca-sul-tema?qid=1a9b5884-7c4d-4fcc-be7d-b3c297a8aa00&v=&b=&from_search=1

2 Replies to “Costruire la propria immagine virtuale: perché facciamo i selfie?”

  1. Scusate ma mamma Apple per cosa dobbiamo ringraziarla visto che già dal 2003 c’erano telefoni Saony Ericsson e Motorola con telecamera frontale?
    Basta esaltare la Apple per favore…

    1. Prima di Apple c’erano si telefoni con fotocamera frontale create soprattutto per le video chiamate, ma è stata la Apple a dare un valore aggiunto alla piccola fotocamera. Perché prima non scattavamo selfie con il Sony Ericson…

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