Albert e la Balena – P. Hoare (La Recensione)

Dürer si entusiasmava di fronte a simili meraviglie; per un artista rappresentavano una grande sfida, un’attrazione, proprio perché erano così difficili da comprendere

In Albert e la Balena, edito da Il Saggiatore, la penna di Philip Hoare ripercorre la biografia e la poetica del più grande artista del Rinascimento tedesco: Albrech Durer.

La letteratura di Hoare è da sempre intrisa di mondi sommersi, di abissi, di onde in tumulto e di animali marini – tra i quali spicca irrevocabilmente lei: la balena. La meraviglia per l’immagine delle balene è il filo rosso che intreccia la vita di autore e protagonista nonché il movente da cui ha inizio questo insolito racconto.

Albert e la Balena - Philippe Hoare

Nel 1520, a causa dell’alta marea e di una violenta burrasca, sulle rive di una spiaggia olandese si arena una balena “lunga più di cento braccia”. Nessuno, in Nuova Zelanda, aveva mai visto qualcosa di simile. La vicenda giunge alle orecchie di Durer, che sin dalla più tenera età leggeva di queste creature così misteriose e ne osservava con stupore le ossa esposte in palazzi e cattedrali. Senza troppe esitazioni l’artista sceglie di abbandonare le sue certezze per intraprendere un viaggio verso l’ignoto: un viaggio che, ne è sicuro, cambierà la traiettoria della sua vita.

Come è noto, la spedizione non ebbe un lieto fine: al suo arrivo, infatti, la balena era già scomparsa. L’avventura in mare dell’artista ci consegna, però, un messaggio in bottiglia: nella vita, così come nella professione educativa, è fondamentale sfidare il possibile, anche quando i limiti ci sembrano insormontabili. Infatti, la mancata visione della balena ha prodotto su Durer la reazione più inaspettata: una rinnovata ispirazione artistica.

La passione di Philip Hoare per l’arte di Durer lo ha spinto a compiere un vero e proprio pellegrinaggio al fine di scoprire i luoghi in cui l’artista ha vissuto e di osservare da più vicino le sue opere maggiori. Le meravigliose descrizioni dei dipinti di Durer, accompagnate dalle tante fotografie e illustrazioni presenti nel testo, riescono a dare ai lettori e alle lettrici la sensazione di trovarsi in un museo. Sono innumerevoli i riferimenti artistici, storici e letterari attraverso i quali vengono messi in luce alcuni dei dettagli della poetica e dell’arte di Durer. La scelta di Hoare di inserirli dà certamente colore alla narrazione ma può risultare disorientante per un pubblico meno esperto in campo storico e/o artistico.

Esplorando la biografia e perdendosi tra le pennellate del pittore, l’autore ci offre le coordinate di un ennesimo viaggio: quello che porterà il/la lettore/trice a riflettere sull’inscindibile legame tra l’arte, la poesia e la vita. Pur non trattandosi di un libro dalle sfumature nettamente pedagogiche, per i professionisti dell’educazione questa lettura potrebbe costituire un’occasione preziosa per ragionare in primis sul proprio personale rapporto con l’arte, e poi sulla relazione tra quest’ultima e i processi educativi. Infatti, l’arte rappresenta uno strumento inestimabile per educare alla bellezza, alla differenza, alle libertà di pensiero e di espressione. Ma quanto spazio essa ha realmente all’interno delle scuole italiane e nella nostra quotidiana progettazione educativa?

 

Sara Marchesani

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