Dormire di più la mattina e avere voti migliori a scuola.

Immaginate se a quindici anni vi avessero proposto di entrare a scuola un’ora dopo rispetto all’orario canonico, con il vantaggio di dormire mezz’ora in più la mattina, cosa avreste risposto? Ormai da molti anni è nato e cresciuto un movimento internazionale a favore del posticipo dell’orario delle lezioni nelle scuole di vari Paesi. Progetti di questo tipo sono stati realizzati in molte parti del mondo e sono stati accompagnati da studi che hanno cercato di dimostrarne l’efficacia in diversi ambiti della salute. Le implicazioni di tali studi possono aprire delle prospettive potenzialmente innovative per l’organizzazione delle attività scolastiche post Covid-19.

Essere adolescenti o dormire bene?

L’inizio della pubertà annuncia un insieme di cambiamenti fisici, cognitivi, emotivi, comportamentali e sociali (Martini, 2021). La tendenza intrinseca e biologica legata alla perdita di sonno serale negli adolescenti, il cui ciclo sonno-veglia è ritardato di circa 2-3 ore rispetto a quello degli adulti (Morin e Espie, 2004), è accompagnata da fattori esterni legati allo stile di vita. Gli adolescenti dei Paesi moderni, infatti, hanno facile accesso alla tecnologia e la possibilità di socializzare per via telematica, nonché di accedere a sostanze stimolanti, come la caffeina o la Coca-cola e sostanze alcoliche ed eccitanti. Tali attività tendono a mantenere uno stato di attivazione intenso che può inficiare sulla qualità del sonno e potrebbe incidere sulla salute psicofisica dei giovani nel lungo tempo (Owens et al., 2014). 

Queste variabili accompagnate da stress sociale e processuale (ragionamenti ossessivi e pensieri di rimugino) e dalle frequenze emotive, sono tipiche dell’adolescenza e si uniscono al tema dei disturbi del sonno (Dahal e Lewin, 2002). L’insufficienza del sonno prolungata determina sia stanchezza durante la giornata sia una riduzione delle performance. Inoltre l’uso di dispositivi elettronici, alterando i ritmi giorno/notte, può ridurre o sopprimere la secrezione di melatonina, ormone regolatore del ciclo sonno/veglia, e causare eccitazione mentale, emotiva e fisiologica disturbando il sonno.

Nel 2014 l’American Academy of Pediatrics pubblicava il rapporto tecnico su l’eccessiva sonnolenza degli adolescenti sollecitando le scuole superiori e medie a puntare a orari di inizio che consentissero agli studenti di raggiungere livelli ottimali di sonno, 8,5-9,5 ore come stabilito dall’Organizzazione Mondiale di Sanità, cosicché sia il rendimento scolastico sia lo stile di vita potessero migliorare.

Il jat lag sociale: mancata coincidenza tra orologio biologico e routine 

Iniziare le lezioni di mattina presto risulta in conflitto con il ritmo circadiano adolescenziale, portando ad un sonno troncato durante la settimanaLa discrepanza tra tempi di sonno e routine viene definita jet lag sociale (Leypunskiy et al., 2018) ed è associata a problemi di salute, comportamentale e cognitivi, che si sommano alle modificazioni del periodo dello sviluppo e agli stimoli ambientali. A tale proposito il modello The Perfect Storm (Carskadon, 2011) sostiene che la perdita di sonno durante l’adolescenza nasca da una convergenza di influenze biologiche, psicologiche e socioculturali. Le influenze sul sonno si legano inevitabilmente all’impatto negativo causato dalla situazione corrente “Covid-19” sulla salute degli adolescenti.

Lo studio pilota italiano: una svolta per la scuola?

L’isolamento nel primo lockdown ha acuito i problemi del sonno nei bambini e negli adolescenti, generando un vero e proprio jet lag domestico (Uccella, Venturino et al., 2020). Per contrastare le varie difficoltà della scuola e degli studenti causate dall’emergenza sanitaria, i Dpcm di ottobre e novembre 2020 imponevano una didattica a distanza (Dad) con inizio alle 09:00. A dicembre 2020, la pubblicazione dei risultati dello studio pilota italiano condotto presso l’I.I.S.S. Ettore Majorana di Brindisi nell’A.S. 2018/2019 e guidato dal Dott. Luigi De Gennaro del Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza e dal dirigente scolastico Salvatore Giuliano, ex sottosegretario del MIUR, ha confermato i benefici sostanziali per gli adolescenti ritardando l’orario di inizio delle lezioni. Gli studenti coinvolti sono stati divisi in due gruppi che iniziavano lezione uno alle 08:00 e l’altro alle 09:00.  Dallo studio è emerso un aumento del tempo di sonno, un costante miglioramento del livello attenzionale durante le ore di scuola, una diminuzione delle alterazioni del sonno e, soprattutto, un marcato incremento del rendimento scolastico.

Perché il posticipo dell’orario non viene attuato ovunque?

Gli ostacoli percepiti al cambiamento dell’orario scolastico comunemente condivisi dagli operatori e dal personale di scuole superiori pubbliche, includono (Wolfson e Carskadon, 2005): 

  • la riduzione del tempo per le pratiche atletiche e l’interferenza con la programmazione dei giochi;
  • le ore di lavoro dopo la scuola ridotte per gli studenti; 
  • le difficoltà nel fornire assistenza all’infanzia per i fratelli più piccoli;
  • gli aggiustamenti negli orari dei genitori e della famiglia; 
  • potenziali problemi di sicurezza; 
  • effetti sulla durata del sonno nei bambini più piccoli se gli orari delle scuole  primarie vengono “capovolti” con quelli degli studenti delle secondarie di primo e secondo grado; 
  • la necessità di prendere accordi di trasporto alternativi. 

L’American Academy of Pediatrics suggerisce di divulgare le evidenze scientifiche  informando ogni parte interessata della comunità (genitori, allenatori sportivi, conducenti dei bus scolastici, etc.) circa le minacce alla salute, alla sicurezza e al successo accademico determinate dal sonno insufficiente e sull’importanza dell’igiene del sonno, anche con l’aiuto dei pediatri e dei medici di famiglia. Infatti, sebbene sia luogo comune credere di recuperare il sonno notturno con sonnellini diurni, posticipando la sveglia nel fine settimana e assumendo caffeina, queste misure in realtà non sostituiscono un riposo regolare e non ripristinano la vigilanza ottimale, che invece si ha grazie a un sonno adeguato.

Chi avrebbe mai detto che entrare a scuola alle 9:00 potesse essere un auspicio della scienza oltre che degli adolescenti?

Si potrebbero somministrare dei test sul sonno per raccogliere le preferenze degli adolescenti, al fine di permettere un’organizzazione flessibile del tempo nelle scuole, come gli orari di ingresso scaglionato, e minore affollamento sui mezzi pubblici (De Gennaro, 2020). Allo stato attuale il giovamento sembrerebbe duplice: il rispetto delle misure anti Covid-19 e il sostegno della salute psico-fisica degli adolescenti, non solo in termini di sonno, ma anche di socialità e disturbi comportamentali, umorali, emozionali e psichici.

alessandra de feliceAlessandra De Felice

Info

 

 

 

Bibliografia

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Carskadon M.A., (2011), “Sleep in adolescents: the perfect storm”, Pediatric clinics of North America, vol. 58(3) 

Dahl R. E., Lewin D. S., (2002), “Pathways to adolescent health sleep regulation and behavior”, in  Journal of adolescent health,  31(6)

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Quotidiano Sanità, Posticipando l’ingresso a scuola, il rendimento degli studenti migliora. Lo studio de La Sapienza, in «Scienza e Farmaci. Quotidiano online di informazione sanitaria», 12 dicembre 2020.

Uccella S., De Carli F., Nobili L., Team Della Npi, della Psicologia, dell’unità di crisi, dell’ufficio Informazioni e Relazioni con il pubblico del Gaslini: Venturino C. Et Al., Impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia, Università degli Studi di Genova, 2020.

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